Piani individuali pensionistici (PIP)
Cosa sono i piani individuali pensionistici?1
PIP è acronimo di Piano individuale Pensionistico. I PIP sono forme pensionistiche complementari istituite da imprese di assicurazione e realizzate attraverso un contratto di assicurazione sulla vita, a cui è possibile aderire solo su base individuale, indipendentemente dall’attività lavorativa2.Come è possibile aderire ai piani individuali pensionistici?
Puoi aderire a un PIP volontariamente, indipendentemente dal tipo di lavoro che svolgi e anche se sei disoccupato. Se lo desideri, puoi iscrivere i familiari che hai fiscalmente a carico, anche se non sei a tua volta iscritto. Una volta che hai aderito a un PIP, la contribuzione avviene generalmente versando una cifra periodica, che rappresenta il tuo contributo previdenziale. Puoi scegliere l’importo e la periodicità dei versamenti e modificare la tua decisione, se lo desideri, in un momento successivo. A differenza dei fondi aperti o chiusi, si tratta sempre di adesioni individuali, per cui non è obbligatorio il contributo del datore di lavoro, che però può comunque decidere di contribuire al PIP scelto dal proprio dipendente.
Per i versamenti in un PIP i lavoratori dipendenti del settore privato possono contribuire anche con il solo TFR, a differenza dei dipendenti del settore pubblico che possono versare solo il proprio contributo ma non il flusso di TFR.
Come funzionano
Come per altre forme di previdenza integrativa la somma che riuscirai ad ottenere, tecnicamente definita come “posizione individuale” dipende:
- dagli importi periodici che avrai versato;
- dalla durata del periodo di contribuzione (più anni versi e più contributi accumuli);
- dagli eventuali rendimenti che potrai ottenere dall’investimento dei tuoi contributi sui mercati finanziari.
A questo risultato andranno sottratti i costi di gestione dovuti durante il periodo di contribuzione e le tasse sugli eventuali rendimenti ottenuti.
I PIP sono una forma di patrimonio separato e autonomo rispetto a quello della impresa di assicurazione che li istituisce. Questa è una tutela importante prevista per Legge e prevede che il patrimonio di un PIP possa essere utilizzato esclusivamente per l’erogazione delle prestazioni a chi vi ha aderito. Le imprese di assicurazione possono istituire un PIP tramite:
- contratti di assicurazione sulla vita di ramo I, nei quali la rivalutazione della posizione individuale è collegata a una o più gestioni separate;
- contratti di assicurazione sulla vita di ramo III, nei quali la rivalutazione della posizione individuale è collegata al valore delle quote di uno o più fondi interni detenuti dall’impresa di assicurazione, oppure al valore delle quote di OICR (Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio).
Possono esistere anche forme miste, nelle quali la rivalutazione della posizione individuale è collegata a contratti di assicurazione sulla vita di ramo I e III.
L’attività del PIP è disciplinata dal Regolamento, redatto sulla base di uno schema adottato dalla COVIP, e dalle Condizioni generali di contratto.
É possibile scegliere come investire i contributi versati?
In base alle caratteristiche del PIP, l’iscritto può scegliere di collegare la rivalutazione della sua posizione individuale a:
- una gestione separata (caratterizzata da una composizione di strumenti finanziari estremamente prudente, che può prevedere anche una garanzia di restituzione del capitale versato o di un rendimento minimo);
- uno o più fondi interni o OICR;
- una combinazione delle due precedenti modalità.
Le linee di investimento sono classificate in base agli strumenti finanziari che vengono acquistati e sono riconducibili alle seguenti categorie:
- Linee di investimento obbligazionarie (pure o miste), a seconda che investano esclusivamente o principalmente in titoli obbligazionari;
- Linee di investimento bilanciate, che in linea di massima investono in azioni e obbligazioni nella stessa percentuale;
- Linee di investimento azionarie, che investono solo o principalmente in azioni.
Come è possibile ottenere la prestazione pensionistica?
Quando maturi i requisiti previsti dalla Legge per l’età pensionabile, a condizione che tu abbia almeno cinque anni di partecipazione alla previdenza complementare, puoi riscuotere il capitale che hai accumulato scegliendo fra tre diverse opzioni.
- Rendita Vitalizia. Ricevi una somma periodica ad integrazione della pensione di base. La rendita può essere anche reversibile, cioè puoi indicare il beneficiario a cui verrà versata per essere certi di ottenerla qualunque cosa accada.
- Capitale + rendita. Ricevi subito fino al 50% del tuo capitale e il resto tramite rendita vitalizia.
- Capitale. Puoi ottenere il 100% del capitale accumulato in un’unica soluzione, se la conversione in rendita del 70% del montante finale risulta inferiore alla metà dell’importo annuo dell’assegno sociale.
Inoltre, se hai partecipato alla previdenza integrativa per almeno 5 anni, puoi trasferire la tua posizione individuale presso un’altra forma pensionistica complementare.
É possibile richiedere in anticipo il capitale accumulato?
Come per altre forme di previdenza integrativa è possibile richiedere in anticipo, cioè prima di raggiungere l’età della pensione, il capitale accumulato in un PIP. Sono previsti tre casi possibili.
- Rendita integrativa temporanea anticipata (RITA)
Il capitale che hai accumulato ti viene restituito tutto o in parte, fino a quando non raggiungi l’età della pensione. Puoi richiederla in questi due casi:
Caso 1 | Caso 2 |
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La RITA ha carattere generale e si applica a tutti i lavoratori (inclusi i dipendenti del pubblico impiego) che abbiano aderito a una forma di previdenza complementare a contribuzione definita.
- Riscatto totale o parziale
Il capitale che hai accumulato ti viene restituito in un’unica soluzione o in parte.
- Puoi riscattare completamente nel caso di una sopravvenuta invalidità permanente o inoccupazione superiore ai 48 mesi, per cessazione del rapporto lavorativo o, per le sole adesioni collettive, perdita dei requisiti di partecipazione al fondo
- Puoi riscattare fino al 50%, se sei inoccupato da almeno 12 mesi (e non oltre 48) o nel caso in cui il datore di lavoro faccia ricorso a soluzioni di mobilità o cassa integrazione, ordinaria o straordinaria (per almeno 12 mesi a zero ore)
- Anticipazione
In alcune specifiche situazioni previste dalla Legge, puoi prelevare dalla tua posizione individuale una parte del tuo risparmio previdenziale. Puoi usufruire di questa opzione solo in determinati momenti e situazioni, come indicato in questa tabella riassuntiva.
MOTIVO | Spese sanitarie conseguenti a gravissime condizioni di salute (anche del coniuge o dei figli) | Ristrutturazione o acquisto prima casa (anche per i figli) | Altre esigenze |
QUANTO | Fino al 75% | Fino al 75% | Fino al 75% |
QUANDO | In ogni momento | Dopo 8 anni di versamenti | Dopo 8 anni di versamenti |
Quali possibili opportunità si possono cogliere con i PIP?
Come per altre forme di previdenza integrativa, aderire a un PIP ti può aiutare a gestire il Longevity Risk, cioè il rischio di non avere risorse sufficienti per tutti gli anni in cui sarai in pensione. È un rischio che corriamo tutti, perché si è alzata l’aspettativa media di vita.
Per scoprire a quanto ammonterà presumibilmente la tua pensione puoi usare il simulatore “La mia pensione futura” messo a disposizione dall’INPS (l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale).
Se sei un lavoratore per il quale il servizio dell’INPS non è disponibile, puoi rivolgerti anche a un patronato, al CAF o a un consulente del lavoro. Se sei un libero professionista, puoi rivolgerti alla tua Cassa previdenziale di riferimento.
Ricordati inoltre che in considerazione della finalità sociale perseguita dalle forme di previdenza integrativa, la normativa prevede delle agevolazioni fiscali di cui puoi beneficiare subito.
Quali sono i punti di attenzione dei piani individuali pensionistici?
Come per altre forme di previdenza integrativa, sottoscrivere un PIP è una scelta che andrebbe fatta il prima possibile. Prima inizi, più soldi potrai accumulare nel corso del tempo e permetterai alla gestione finanziaria di generare maggiori rendimenti. Per una scelta consapevole è necessario valutare attentamente costi, linea di investimento e andamento della tua posizione individuale nel tempo.
Costi
Durante la fase di accumulo (cioè nel periodo di versamento dei tuoi contributi) paghi all’impresa di assicurazione dei costi di amministrazione, di gestione del patrimonio e di collocamento. Alcuni costi sono trattenuti direttamente sui versamenti effettuati, in percentuale o in cifra fissa. Altri vengono invece trattenuti:
- come prelievo sul rendimento della gestione interna separata, con riferimento al contratto assicurativo di ramo I;
- come commissioni di gestione in percentuale sul patrimonio del fondo interno/OICR, con riferimento al contratto assicurativo di ramo III.
L’ISC (indicatore sintetico dei costi) è il parametro più importante da valutare quando si analizzano i costi di un PIP. L’ISC esprime quanto annualmente i costi incidono in percentuale sulla tua posizione individuale e ti permette di confrontare gli strumenti previdenziali tra cui puoi scegliere, consultando anche il Comparatore dei costi delle forme pensionistiche complementari messo a disposizione dalla COVIP, la Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione.
Linee di investimento
È importante verificare a quali comparti di investimento fa riferimento il PIP, perché linee diverse hanno diverso orizzonte temporale di investimento e relazione di rischio-rendimento specifica. Il rendimento che puoi attenderti dall’investimento è strettamente legato al livello di rischio che decidi di assumere e al periodo di partecipazione. Linee garantite e obbligazionarie si caratterizzano per l’impronta conservativa degli strumenti finanziari prescelti ed espongono a ridotte oscillazioni del valore dell’investimento nei singoli anni, ma anche potenziali rendimenti più contenuti. Linee bilanciate e azionarie invece, per la pluralità e le caratteristiche degli strumenti finanziari di riferimento, presentano potenziali rendimenti più interessanti ma anche rischi maggiori e normalmente sono più indicati per orizzonti temporali più lunghi e per propensione al rischio più matura.
Quindi quando valuti quale PIP sottoscrivere, è sempre bene:
- conoscere quanti anni ti mancano per ottenere la pensione di base, in modo da valutare il tuo orizzonte temporale;
- stimare la tua futura pensione di base, per prevedere quale potrebbe essere il gap previdenziale cui vai incontro (cioè la differenza tra l’ultima retribuzione e la prima pensione che riceverai);
- valutare la tua capacità di risparmio, per capire quanto puoi permetterti di versare;
- conoscere il livello di rischio che sei disposto a sostenere.
Puoi fare riferimento al Documento sulla politica di investimento, predisposto dalla società di assicurazione che ha istituito il PIP, dove vengono individuati gli obiettivi di investimento da realizzare e con quale strategia e politica di investimento intende realizzarli.
Andamento della posizione individuale
Una volta che hai deciso di aderire al PIP, controlla la comunicazione periodica Prospetto delle prestazioni pensionistiche – fase di accumulo che per Legge l’ente che gestisce il fondo deve inviarti ogni anno. È un documento che contiene l’ammontare della tua posizione individuale, i contributi versati nel corso dell’anno, i costi effettivamente sostenuti e i rendimenti conseguiti e ti aiuta a capire:
- come sta andando e cosa puoi aspettarti di ricevere quando andrai in pensione, continuando a versare così come hai fatto sino a tale momento;
- se è necessario modificare del tutto o in parte le scelte che hai fatto quando hai aderito.
Tieni presente che si tratta di una simulazione e che, quindi, potrà non corrispondere alla rendita che effettivamente riceverai al momento del pensionamento. Puoi avere, tuttavia, la percezione dell’ordine di grandezza della pensione complementare che stai costruendo.
Sul sito web del soggetto che ha istituito il fondo pensione aperto, nell’area riservata all’aderente, è possibile controllare tempo per tempo l’andamento della posizione individuale maturata.
Quando mancano tre anni alla presumibile età del pensionamento di vecchiaia, il fondo invia all’aderente anche il documento Informazioni all’avvicinarsi del pensionamento di vecchiaia, che fornisce informazioni sulla pensione complementare attesa e sulle possibili ulteriori scelte che egli può effettuare (ad esempio, proseguire la contribuzione oltre l’età pensionabile, trasferire la posizione individuale maturata presso un’altra forma di previdenza complementare per beneficiare di migliori condizioni di rendita ecc).
Che differenza c'è tra PIP e fondi pensione aperti?
Riassumiamo qui le principali differenze tra PIP e fondi pensione aperti.
- Ente che li istituisce
Nel caso dei PIP sono sempre e solo imprese di assicurazione, nel caso dei fondi pensione aperti possono essere banche, società di gestione del risparmio, imprese d’investimento e anche imprese di assicurazione. - Modalità di sottoscrizione
Sempre individuale per i PIP, sia individuale, sia collettiva per i fondi pensione aperti. - Linee di investimento
Stabilite dal regolamento del fondo nel caso dei fondi pensione aperti, soggetti anche alla tipologia di contratto assicurativo di riferimento per i PIP (ramo I o ramo III).