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Derivati

Cosa sono i derivati?

I derivati sono strumenti finanziari il cui valore dipende (cioè "deriva", e da qui il nome che prendono) dal valore di un'altra attività finanziaria o reale, definita attività sottostante. Si parla di “derivati finanziari” quando le attività sottostanti sono di natura finanziaria (come, ad esempio, titoli azionari, tassi di interesse e di cambio o indici di borsa). Si parla invece di “derivati su beni reali” quando il sottostante è una specifica attività economica produttiva (come, ad esempio, l’andamento di prezzo di una materia prima come l’oro e il petrolio, dell’energia o di uno specifico bene come il grano o il cacao)1. La differenza con le azioni sta proprio in questo: se si acquista un'azione, il suo valore è determinato dal prezzo dell'azione stessa; se si acquista un derivato, il suo valore varia in connessione all'andamento del sottostante, secondo una relazione, propria di ciascun derivato, rappresentata da una funzione matematica.    

Il valore di un derivato (D) varia in connessione all’andamento del sottostante (S), secondo una relazione, propria di ciascun derivato, rappresentata da una funzione matematica (f)

Il valore di un’azione (A) è determinato dal prezzo dell’azione stessa

Come funzionano i derivati?

I derivati hanno principalmente tre finalità2:

  • copertura, cioè riduzione dell’esposizione al rischio finanziario di un portafoglio preesistente, proteggendone il valore da variazioni dei prezzi di mercato;
  • speculazione, cioè strategie finalizzate a realizzare un profitto basato sull’evoluzione attesa del prezzo dell’attività sottostante;
  • arbitraggio, cioè si sfrutta un momentaneo disallineamento tra l’andamento del prezzo del derivato e quello del sottostante (destinati a coincidere all’atto della scadenza del contratto), vendendo lo strumento sopravvalutato e acquistando quello sottovalutato e ottenendo, così, un profitto privo di rischio.

I derivati sono uno strumento di investimento più complesso da capire rispetto ad altri (come fondi comuni o titoli di stato) anche perché sono caratterizzati da termini e meccanismi finanziari molto tecnici e specifici. Quando valuti se includerli nel tuo portafoglio di investimenti confrontati con il tuo consulente finanziario o gestore di fiducia per comprendere meglio le finalità per cui sottoscriverli.

Tipologie di derivati

I “contratti derivati” possono essere suddivisi in3:

  • contratti a termine, cioè accordi tra due soggetti per compravendita di una determinata quantità di uno specifico sottostante (attività finanziarie o merci), ad un prezzo e ad una data prefissati. I contratti a termine possono essere di tipo forward, (negoziati fuori dai mercati regolamentati) o di tipo futures (negoziati sui mercati regolamentati e quindi standardizzati per oggetto, dimensione, scadenza e regole di negoziazione);
  • swap, in cui le due parti si accordano per scambiarsi flussi di pagamenti a date certe (non sono negoziati in mercati regolamentati);
  • opzioni, cioè contratti che attribuiscono il diritto (ma non l’obbligo) di comprare (opzione di tipo call) o vendere (opzione di tipo put) una data quantità di un bene (sottostante) ad un prezzo prefissato entro una certa data (opzione americana) o ad una data specifica (opzione europea) previo il pagamento di un premio4.

Contratti a termine

Il profilo di rischio/rendimento di un contratto a termine è determinato dalle variazioni del valore del sottostante.

  • Per l’acquirente del contratto derivato il rischio è dato dalla possibilità di deprezzamento del bene sottostante. Il contratto, infatti, obbliga l’acquirente a comprare una certa quantità di bene sottostante ad una data e ad un prezzo già fissati. Se il valore di mercato è più basso del prezzo fissato si realizza una perdita.
  • Per il venditore del contratto, al contrario, il rischio è rappresentato dall’apprezzamento del bene sottostante. Il contratto, infatti, lo obbliga a vendere una certa quantità di bene sottostante ad una data e ad un prezzo già fissati, ma che sul mercato ha un valore più alto.

Swap

Esistono diverse tipologie di SWAP definite in riferimento alla tipologia del sottostante.

  • Interest rate swap (o IRS), contratti in cui due controparti si scambiano pagamenti periodici di interessi calcolati su capitale detto “nozionale di riferimento” per un periodo di tempo predefinito pari alla durata del contratto. Nella forma più diffusa, detta plain vanilla swap, uno dei due flussi di pagamenti è basato su un tasso di interesse fisso, mentre l’altro è indicizzato a un tasso di interesse variabile. Le effettive variazioni del tasso variabile determinano il profilo di rischio/rendimento dello strumento. Se il tasso variabile è più alto di quello ipotizzato all’inizio del contratto, chi è obbligato a pagare il tasso fisso matura un profitto, il contrario se il tasso variabile scende. Gli interest rate swap sono strumenti finanziari con cui per esempio i singoli istituti di credito si tutelano di fronte a significative variazioni dei tassi di interesse sul mercato e concorrono alla definizione dell’EURIRS, base per il calcolo del tasso di interesse dei mutui ipotecari a tasso fisso.
  • Currency swap, contratti in cui due parti si scambiano capitali e interessi in due diverse valute (ad esempio, euro – dollaro).
  • Credit default swap (CDS), contratti che permettono al compratore di tutelarsi dal rischio di credito associato ad un determinato sottostante, a fronte di pagamenti periodici effettuati a favore della controparte. La funzione tipica del contratto è quindi la copertura dei rischi associati ad una determinata attività.
  • Commodity swap, è un contratto tra due parti che ha lo scopo di fissare il prezzo di una certa merce. Il funzionamento di questo strumento è simile a quello di un normale swap.

Opzioni

Le opzioni si differenziano tra loro in base alla tipologia di bene sottostante che comunque viene sempre quotato sul mercato regolamentato, quindi con quotazioni ufficiali e pubblicamente riconosciute, che possono essere relative a:

  • strumenti finanziari, come azioni, obbligazioni, valute o anche altri derivati;
  • merci, come petrolio, oro, grano;
  • eventi di varia natura.

Nel caso di opzione call (acquisto) l’eventuale ricavo è generato dalla differenza tra il prezzo corrente del sottostante e il prezzo di esercizio più il premio pagato; nel caso di opzione put (vendita) dalla differenza tra il prezzo di esercizio al netto del premio pagato e il prezzo corrente.

Le opportunità quando si investe in derivati

Nell’ambito di una strategia di investimento definita con il tuo consulente finanziario o gestore di fiducia, i derivati possono avere una propria funzione nel portafoglio titoli. Puoi valutare di includerli ad esempio per cercare nuove opportunità di guadagno, aggiungendo una componente più speculativa che può rivelarsi utile per ribilanciare perdite e guadagni o per ridurre il rischio finanziario del tuo portafoglio esistente, aggiungendo una componente con funzione di copertura.

Con i derivati puoi anche aumentare la diversificazione del portafoglio, integrando strategie e tipologie di mercati specifiche, che non possono essere raggiunte con altri strumenti finanziari. Non devi per forza avere un profilo di investitore particolarmente dinamico o speculativo per includere nel tuo portafoglio una componente di derivati (normalmente più rischiosi di altri strumenti come obbligazioni, titoli di stato o alcune tipologie di fondi comuni di investimento): l’importante è valutare la coerenza con il tuo profilo di rischio rispetto all’insieme del portafoglio. Valutazione che sempre il tuo consulente finanziario o gestore di fiducia è tenuto a verificare.

I punti di attenzione quando si investe in derivati

I derivati non sono certo lo strumento di investimento da cui iniziare a costruire il tuo portafoglio, soprattutto se hai una conoscenza limitata dei mercati finanziari. Comprenderne linguaggio e meccanismi non è semplice perché molti strumenti derivati si basano sulla cosiddetta leva finanziaria, che rende particolarmente difficile la quantificazione dei potenziali guadagni e delle potenziali perdite, amplificando i movimenti al rialzo e al ribasso dell’attività sottostante5.

Il consiglio è quindi di affidarti al tuo consulente finanziario o gestore di fiducia. Fai qualche domanda in più per capire meglio di cosa si tratta e qual è il meccanismo che regola l’andamento del derivato, qual è la finalità nell’ambito della strategia di portafoglio, quali sono il sottostante e l’orizzonte temporale di riferimento: così avrai qualche elemento in più per comprendere meglio questa tipologia di prodotto.

Fonti

  1. https://www.borsaitaliana.it/borsa/glossario/strumenti-finanziari-derivati.html#:~:text=Definizione,o%20reale%20(attivit%C3%A0%20sottostante)
  2. https://www.consob.it/web/investor-education/i-derivati
  3. https://www.quellocheconta.gov.it/it/strumenti/bancari-finanziari/derivati
  4. https://www.consob.it/web/investor-education/i-derivati
  5. https://www.quellocheconta.gov.it/it/strumenti/bancari-finanziari/derivati

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